Sunday, June 10, 2012

Rock magazines. Rock writers

Nel febbraio 1991 il Mucchio Selvaggio pubblicava la mia prima recensione su una rivista ufficiale, da edicola insomma. Era ovviamente la recensione di un concerto di Bob Dylan (Zurigo). Da allora cominciò per me una strada in discesa, anzi una autostrada verso l’inferno, che penso mi abbia rovinato la vita più che salvarmela, ma il rock’n’roll è anche questo, dipende da come lo si vive. Dopo aver girato tutte le maggiori riviste musicali, tre anni fa mi sono ritrovato per la strada (per chi pensa che giornalismo e rock’n’roll siano un bell’ambiente). Da un paio di anni lavoro a un quotidiano online dove tra le altre cose, lo avrete visto qui, scrivo anche di musica. Mi mancava però l’atmosfera, anche se da esterno, di una vera rivista musicale. Così ho accettato l’offerta di far parte della nuova squadra di Suono. Me lo ha chiesto Max Stèfani, l'uomo che mi aveva fatto esordire sul Mucchio, così ho pensato che era un bel modo per chiudere il cerchio, tornare a dove tutto era cominciato. Poi Suono esiste dal 1971: pensate, solo quattro anni dopo che a San Francisco era nato Rolling Stone. Mi piace.



Nella squadra ci sono due autentici fusi di testa, Beavis ad Butthead del giornalismo rock italiano, per cui ho accettato ancor più volentieri, Daniel Marcoccia e Stefano Gilardino. Sono due straordinari soggetti, sono rock'n'roll allo stato puro. Sì mi piace. C’è anche il vecchio maestro Blue Bottazzi, che ancor prima di Stèfani mi incoraggiò a scrivere. Credo che ce ne sia abbastanza per fare un po’ di casino nel triste mondo imbalsamato delle riviste musicali italiane. Vedremo. Nel numero che esce in questi giorni c’è un mio ampio approfondimento sulle Mermaid Sessions di Billy Bragge Woody Guthrie. Sul prossimo, quello di luglio, un approfondimento sul bellissimo disco della Chris Robinson Brotherhood.

Una cosa però questa volta ce l’ho bene in testa, ed è ciò che mi ha fatto aderire a questo progetto, vada come vada. Quello che diceva Lester Bangs, l’unico motivo per scrivere ancora di musica rock: The only true currency in this bankrupt world is what we share with someone else when we're uncool. Insieme a una dell'altra mia guida spirituale, Greil Marcus: "La recensione musicale è una forma morta. A nessuno frega un cazzo di cosa pensi di un disco che hai recensito".

4 comments:

Blue Bottazzi said...

Hello Vites, greetings from Blue & Eleonora (che si complimenta per la tua immagine di Stevie Nicks)

mario said...

Contentissimo per te Paolo. Tre anni fa mi capitò di restare senza lavoro ed è proprio in quelle occasioni che misuri le risorse che hai. Adesso guardo avanti e dico " e a culo tutto il resto "

Randa said...

ne avevamo bisogno

a presto
randa

Anonymous said...

Suono da oggi ha un lettore in piu', ciao Marcello

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